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Ognuno muore solo

Fallada, Hans

2010

Abstract

«Il libro più importante che sia mai stato scritto sulla resistenza tedesca al nazismo» (Primo Levi). Ognuno muore solo (uscito nel 1947) è basato su una storia vera, rielaborazione letteraria dell'inchiesta della Gestapo che portò alla decapitazione due coniugi berlinesi di mezz'età. [...]
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  • Adriana Tonon

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    08/08/2016
      

    L'inefficace/inefficiente resistenza tedesca

    L'essenziale, per quasi tutti i protagonisti di "Nessuno muore solo" - tedeschi sui generis parecchio distanti dall'immaginario del cliché teutonico - è di non avere seccature. Al diavolo la proverbiale efficenza, tenacia, organizzazione e precisione tedesca tanto nel bene quanto nel male; costoro sono veramente l'altra faccia della supposta razza ariana; qui si fornisce una caratterizzazione inedita di quella fascia sociale dalla molezza, pigrizia ed inettitudine, paradossalmente maggiormente confacente, antropologicamente, a caratteri squisitamente mediterranei. Una scrittura poco incisiva che mi lascia perplessa e non molto soddisfatta; una struttura che tutto sommato regge le sue 684 paginette Sellerio, ma che risulta infarcita di minuziosi particolari superflui, nonché di frequenti monologhi interiori poco significativi, ridondanze e ripetizioni che ne rallentano e ne saturano la lettura. Alcuni personaggi sono inverosimilmente goffi, ingenui,maldestri e meschini; altri oscillano fra crudeltà e cinismo, trasformandosi da fumettistici carnefici a vittime e viceversa, in un andirivieni il cui senso, in temini narrativi, mi sfugge. Non sono riuscita ad apprezzarlo come probabilmente avrebbe meritato e forse l'essenza e la saggezza di questo libro sta tutta in queste poche frasi: - "Nessuno può vivere in tutte le direzioni, Quangel. La vita è così ricca. Lei sarebbe sminuzzato. Ha fatto il suo lavoro e si è sempre sentito un uomo completo. Quando era ancora fuori, era contento di sé. [...] Perlomeno lei ha resistito al male. Non è diventato malvagio insieme con gli altri. Lei ed io e i molti che sono qui in questa casa e molti, moltissimi in altre case simili e le decine di migliaia nei campi di concentramento continuano a resistere ancora, oggi, domani... [...] Così abbiamo dovuto agire ognuno per conto suo, e siamo stati presi uno per uno, e ognuno di noi morrà solo. Ma non per questo siamo soli, Quangel, non per questo moriamo inutilmente. A questo mondo nulla accade inutilmente, e poiché combattiamo per la giustizia contro la forza bruta, saremo noi i vincitori, alla fine. - E che cosa ce ne viene a noi, là sotto, nella tomba? - Ma, Quangel, preferirebbe vivere per una causa ingiusta piuttosto che morire per una giusta? Non c'è possibilità di scelta, né per lei, né per me. Perché siamo quel che siamo, dobbiamo andare per questa strada. -
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