Episodi di bullismo si ripetono ogni giorno nella scuola media di Boris, dove non conviene distinguersi, isolarsi ed esprimere opinioni non approvate dal gruppo. Lo stesso Boris si sforza di far parte del giro “giusto”, quello comandato da Corentin.
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Pur tormentato da mille incertezze, Boris si piega a tradire la propria sensibilità dandola in pasto all’omologazione del branco, perché basta un niente e ti trovi fra i perdenti. Il minimo che si può rischiare è passare per femminuccia; al limite delle vessazioni si cade senza motivo in un vero agguato. Questo accade al gracile Teddy, al quale l’intera scuola infligge un feroce linciaggio lasciandolo steso nel cortile della scuola, con le costole rotte. In poche pagine di calibrata asciuttezza descrittiva emergono, come da un racconto parallelo, fili sotterranei che intrecciano questi episodi di aggressività ai valori sociali che i ragazzi subiscono: mito della ricchezza, culto della persona e insofferenza per lo straniero diventano, nel quotidiano scolastico, violenza e istinto di sopraffazione sul più debole.