Le nostre informazioni su Marco Antonio (circa 83-30 a.C.) derivano soprattutto da ciò che hanno tramandato i suoi nemici. Prima Cicerone e poi la propaganda augustea hanno alimentato l’immagine stereotipata di un uomo d’azione avido e arrogante, dedito ai piaceri e agli eccessi, e schiavo delle donne al punto da rinnegare la propria identità di romano.
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Questa immagine negativa affascinò il greco Plutarco, autore di una biografia che costituisce tuttora un riferimento obbligato, ispirando nei secoli la letteratura e le arti. Tuttavia, dalle fonti affiorano diversi elementi che ci aiutano a recuperare un’immagine diversa di questo grande vinto: oltre ai difetti e alle debolezze, Antonio appare allora anche come un acuto uomo politico e un avveduto diplomatico. Dalle prime esperienze politiche a Roma fino alla tragedia di Azio e al suicidio in Egitto, passando per le terre e i campi di battaglia di Gallia, Balcani e Armenia, il percorso di un giovane ambizioso giunto ai massimi gradi del potere, la cui fine segnò anche la fine di un’epoca.
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